Dalle aule vuote alla nuova centralità dell’Università, di cosa parla il nuovo libro di Ferruccio Resta, in dialogo con Ferruccio de Bortoli. Il 25 marzo pubblicheremo un libro-intervista molto importante, Ripartire dalla conoscenza. Ferruccio Resta, Ripartire dalla conoscenza Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano e presidente della CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, […]
Dalle aule vuote alla nuova centralità dell’Università, di cosa parla il nuovo libro di Ferruccio Resta, in dialogo con Ferruccio de Bortoli.
Il 25 marzo pubblicheremo un libro-intervista molto importante, Ripartire dalla conoscenza.
Ferruccio Resta, Ripartire dalla conoscenza
Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano e presidente della CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, sollecitato dalle domande di Ferruccio De Bortoli, racconta in quale modo il Politecnico di Milano, come tutti gli altri atenei italiani, ha cercato di reagire all’emergenza della pandemia da Covid-19 che ci ha travolti.
Il lockdown ha messo a nudo le potenzialità e le criticità del sistema universitario, e questo libro si configura come un vero e proprio impegno programmatico.
La formazione superiore sarà infatti la base su cui investire per costruire un paese capace di affrontare le sfide che un mondo in rapida crescita e mutamento ci sta ponendo.
Abbiamo chiesto al Rettore di rispondere settimanalmente ad alcune domande, per approfondire le tematiche del libro in vista della pubblicazione.
Perché ha sentito l’esigenza di scrivere questo saggio e quali riflessioni sono scaturite dall’arrivo della pandemia da Covid-19?
Il volume nasce dal desiderio di lasciare traccia dell’esperienza vissuta durante la pandemia. In questi mesi abbiamo scritto una pagina di storia dell’università.
A dire il vero, non si tratta esattamente di un saggio, ma di un dialogo. Una lunga chiacchierata fatta con Ferruccio de Bortoli con il quale avevamo già scambiato qualche battuta a distanza sulle pagine del “Corriere della Sera”.
Sono tante le riflessioni scaturite in questo lunga conversazione tra omonimi. Abbiamo raccontato della gestione dell’emergenza. Ricordato aneddoti e vicende vissuti in prima linea, sia sul fronte della didattica che della ricerca. Tratteggiato esperienze positive e descritto situazioni complesse per le quali non eravamo pronti. In breve, abbiamo dipinto luci e ombre di questi ultimi mesi trascorsi in equilibrio su un filo sottile.Nel libro parlo di quello che definisco “il privilegio della responsabilità”. E cioè di come, in questo lungo anno, chi ha guidato le istituzioni ha avuto non solo l’onere, ma anche il privilegio di decidere per la propria comunità di riferimento. È questa la sensazione che ho provato rispetto ai tanti studenti e ricercatori che ne fanno parte. Nei confronti di un’istituzione, il Politecnico di Milano, votata alla competenza e alla conoscenza, dedita alla formazione e alla ricerca.
Detto ciò, tutte le parole spese in queste pagine sono per i giovani, spesso dimenticati. Dobbiamo fare in modo che il Covid-19 si trasformi in un’occasione di crescita capace di ridurre le distanze e i tanti svantaggi che fino ad ora non hanno fatto il bene del paese. Un invito ad interpretare il Next Genereation EU come uno strumento orientato, prima di tutto, alla nuova generazione di cittadini europei che popola le aule universitarie. Come una dote per il futuro.
Photo courtesy (c) Lab immagine Dip. Design, Politecnico di Milano