I biomateriali ci ripareranno: le straordinarie capacità dei biovetri Esiste una classe speciale di materiali, i biomateriali, che possono legarsi ai nostri tessuti per farci stare meglio. Scopri cosa sono con Devis Bellucci, autore del libro Materiali per la vita Un vetro ci aiuterà, forse, a cicatrizzare le ferite Di Devis Bellucci Tutti noi siamo […]
I biomateriali ci ripareranno: le straordinarie capacità dei biovetri
Esiste una classe speciale di materiali, i biomateriali, che possono legarsi ai nostri tessuti per farci stare meglio. Scopri cosa sono con Devis Bellucci, autore del libro Materiali per la vita
Un vetro ci aiuterà, forse, a cicatrizzare le ferite
Di Devis Bellucci
Tutti noi siamo portati ad associare il vetro a trasparenza, fragilità e inerzia chimica. Tipicamente, infatti, un vetro è ben poco reattivo e quasi nulla lo intacca.
Si pensi che anche gli acidi più corrosivi vengono conservati in ordinarie bottiglie di vetro, a parte giusto l’acido fluoridrico, che è un po’ il nemico giurato di questo materiale: in poche ore, lo riduce in una poltiglia simile a granita al limone.
Eppure, esiste una classe di vetri speciali: non solo reattivi fino a diventare solubili in opportune condizioni, ma perfettamente compatibili coi tessuti del nostro corpo. Possono essere impiantati dentro di noi, a differenza del vetro delle finestre o di quello delle bottiglie di birra. Si chiamano biovetri.
Sono stati scoperti, alla fine degli anni ’60, da un americano, il professor Larry Hench dell’Università della Florida.
La straordinaria proprietà dei biovetri non deriva neanche tanto negli elementi chimici che li compongono (di solito ossigeno, silicio, sodio, fosforo e calcio), che più o meno ritroviamo anche nel vetro ordinario, ma nelle loro specifiche proporzioni.
Grazie a questo i biovetri, una volta impiantati nel nostro corpo, possono legarsi alle ossa; in alcuni casi, perfino ai tessuti molli.
Si forma proprio un legame chimico, stabile e duraturo, tra la materia inanimata e il gorgogliante intorno biologico, senza reazioni avverse da parte del nostro schizzinoso sistema immunitario.
Il bello è che questi materiali, quando vengono inseriti in una lacuna ossea, ad esempio il vuoto che resta dopo l’asportazione di un tumore, sciogliendosi stimolano la produzione di nuovo osso che chiude la lacuna.
Di recente, un team di ricercatori cinesi ha evidenziato, per ora solo con test cellulari e in animale, come il biovetro in polvere, applicato su una ferita, sia in grado di favorirne la cicatrizzazione.
In realtà, la cicatrizzazione indotta dal biovetro era già stata osservata in passato, ma tuttora non ne sono ben chiare le ragioni. Soprattutto, non si capiscono quali siano gli eventi cellulari innescati dagli elementi chimici che libera il vetro mentre si dissolve.
Secondo i ricercatori cinesi, il segreto del biovetro sarebbe nella sua capacità di stimolare la deposizione di collagene e la formazione di nuovi vasi sanguigni, essenziali per la guarigione della ferita. In più, questo materiale avrebbe l’intrigante capacità di dialogare chimicamente con le cellule a livello genetico, inibendo la piroptosi cellulare, che è uno fra i processi geneticamente programmati di morte cellulare. Se il fatto sarà confermato, va da sé l’impiego dei biovetri nei pazienti afflitti da piaghe che faticano a guarire, come quelle dovute al diabete o le dolorose piaghe da decubito.
Articolo originale:
Zhang K., et al. “Bioglass promotes wound healing by inhibiting endothelial cell pyroptosis through regulation of the connexin 43/reactive oxygen species (ROS) signaling pathway”, Laboratory Investigation (2022) 102:90–101;