Da qualche tempo la fisica sta vivendo un momento magico. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo si pubblicano saggi che poco tempo fa non avrebbero avuto alcun mercato (e quindi non sarebbero stati pubblicati...
Da qualche tempo la fisica sta vivendo un momento magico. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo si pubblicano saggi che poco tempo fa non avrebbero avuto alcun mercato (e quindi non sarebbero stati pubblicati), ma anche i quotidiani e le riviste si occupano sempre più spesso di fisica, e così la televisione e i siti web.
Per chi ha fatto il liceo, la fisica è una materia ostica di un paio d’ore a settimana, meno del latino; una materia anche piuttosto noiosa, fatta per lo più di formule che dovrebbero descrivere il moto armonico di un pendolo, il sollevamento di un peso con una carrucola, il campo magnetico di una bobina. Niente di eccitante. E infatti non è questa la fisica che è esplosa in libreria. Quella che vediamo tra gli scaffali, vestita di copertine eleganti e accattivanti è la fisica del Novecento, che solo da un anno ha fatto capolino nelle aule dei licei e sta timidamente compiendo i suoi primi passi.
Ed è giusto che sia così, persino in un paese notoriamente poco incline agli studi scientifici come l’Italia, tanto più che siamo reduci da due scoperte sensazionali che hanno occupato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo: il bosone di Higgs e le onde gravitazionali. Che a ben vedere non sono neppure “scoperte”, bensì conferme sperimentali di “cose” che erano già state previste teoricamente molti anni fa: il bosone da Peter Higgs, appunto, negli anni sessanta, e le onde gravitazionali nientemeno che da Einstein un secolo fa.
Confermare con un esperimento il valore di una congettura teorica fatta a tavolino con carta e matita è forse una delle ragioni che rendono la fisica tanto affascinante per il pubblico. E non è la prima volta che succede. A Einstein era già successo in vita, quando l’osservazione di un’eclisse solare nel primo dopoguerra confermò in pieno la sua teoria della relatività ristretta, pubblicata nel 1905. E dire che era una teoria ben strana, che prevedeva la possibilità che lo spazio stesso si deformasse, così come il tempo: roba da non crederci, letteralmente.
Nel Novecento, insomma, la fisica ha smesso di occuparsi di pendoli e carrucole e si è gettata a capofitto in tematiche che fino a quel momento erano state appalto esclusivo della filosofia, o persino della teologia. Temi intoccabili, temi talmente elevati che solo le menti più preparate e sensibili potevano permettersi di sondare. Ma è successo invece che la fisica, la modesta fisica dei laboratori, ha finito col far fare a questi temi, per secoli impantanati in dispute ideologiche, progressi impensabili, in brevissimo tempo e partendo da semplici pendoli, volgari carrucole, un po’ di carta e qualche matita.
Il cielo, già patria degli angeli e di Dio, è diventato immensamente più grande nel breve volgere di pochi anni, da quando Hubble scoprì che alcuni di quei puntini più fiochi non erano stelle, ma altre galassie. E ce n’erano milioni! E non stavano neanche ferme: si muovevano, si allontanavano le une dalle altre, allargando letteralmente lo spazio. In un certo senso, forse, la fisica ha preso il posto della teologia, e così sono fioccate le “particelle di Dio”, le “Teorie del Tutto” e il concetto stesso di “origine del mondo”.
Chiamiamola pure fisica allora, che questo è, ma nel cuore dei lettori ha senza dubbio acquisito giustamente un sapore più intenso, che si avvicina a quello della conoscenza del Tutto.
E come è fatto il Tutto? Ha una forma? Si può descrivere morfologicamente Tutto-Ciò-Che-È? Diciamo che almeno ci si può provare, a leggere quello che ha da dirci J. Richard Gott nel suo La ragnatela cosmica. La struttura a filamenti del suo universo è una teoria, certo, anche se non sono pochi i dati che la confermerebbero. Ma abbiamo visto che le teorie, in fisica, hanno la bizzarra tendenza ad essere verificate sperimentalmente dopo un po’ di tempo. Potrebbe finire così anche questa volta.
Fonte: www.illibraio.it