Addio a Saul Kripke, il ricordo di Andrea Raimondi Saul Kripke è recentemente scomparso. Kripke è stato una delle figure di riferimento nel campo della filosofia del linguaggio e della logica. Noi vogliamo ricordarlo con questo breve testo scritto da Andrea Raimondi, curatore e traduttore di Riferimento ed esistenza. La morte del logico e […]
Addio a Saul Kripke, il ricordo di Andrea Raimondi
Saul Kripke è recentemente scomparso. Kripke è stato una delle figure di riferimento nel campo della filosofia del linguaggio e della logica.
Noi vogliamo ricordarlo con questo breve testo scritto da Andrea Raimondi, curatore e traduttore di Riferimento ed esistenza.
La morte del logico e filosofo statunitense Saul Aaron Kripke (13 novembre 1940 – 15 settembre 2022) segna una grande perdita nel mondo della cultura. Kripke è stato una figura centrale della logica e della filosofia novecentesche. Ancora studente liceale, iniziò a occuparsi di logica modale e nel 1959 pubblicò un articolo epocale di questa disciplina. I suoi lavori successivi hanno segnato una rivoluzione in filosofia del linguaggio e metafisica, con ripercussioni non soltanto su altre aree della ricerca filosofica, ma anche sulla nostra comprensione di alcuni aspetti delle scienze empiriche.
In tre lezioni tenute a Princeton nel 1972, pubblicate col titolo Nome e necessità, Kripke propone una raffinata immagine del funzionamento dei nomi propri e dei termini di genere naturale che rivela la scorrettezza di una nota tesi kantiana: la tesi secondo cui la conoscenza di tutte le verità necessarie è a priori. Come dimostrato da Kripke, vi sono verità necessarie che conosciamo a posteriori. Tra queste figurano alcune verità scoperte dalle scienze empiriche – ad esempio, che il calore è movimento molecolare. Ciò costituisce un serio attacco all’idea tradizionale che le scienze empiriche mettono capo solo a verità contingenti.
Nelle John Locke Lectures del 1973, pubblicate col titolo Riferimento ed esistenza, Kripke affronta i problemi, lasciati aperti in Nome e necessità, sollevati dai nomi apparentemente privi di riferimento, come ‘Amleto’ e ‘Zeus’. Kripke amplia la sua riflessione sui nomi propri e ci restituisce un’immagine ricca del linguaggio della finzione.
Di fondamentale importanza è anche Wittgenstein su regole e linguaggio privato, un’originale esposizione del “paradosso del seguire una regola” che Kripke rintraccia nelle Ricerche filosofiche di Wittgenstein. In questo coraggioso testo, la nozione apparentemente semplice di “ciò che s’intende con una parola” è al centro di una discussione dai toni scettici, che ha aperto un dibattito tutt’ora in corso.
Non c’è modo migliore di dire addio a Saul Kripke che (ri)prendere in mano la sua opera e continuare a interrogarsi.Andrea Raimondi è dottorando presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Nottingham. Il suo principale ambito di ricerca è la filosofia del linguaggio e si è occupato di ascrizioni di significato e di semantica dei nomi propri.