"Era giunta l'ora di resistere; era giunta l'ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini". Le parole di Piero Calamandrei introducono un'ampia selezione di libri per celebrare l'anniversario della Liberazione (25 aprile 1945); saggi, romanzi, biografie, cronache, testimonianze per onorare l'anniversario della Resistenza
Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò, per mezzo di Sandro Pertini, l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti; l’Anniversario della liberazione d’Italia ricorda la vittoriosa lotta della resistenza partigiana contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana (o Repubblica di Salò) e contro l’occupazione nazista perpetrata dall’esercito tedesco.
Alcuni libri consigliati in occasione del 25 aprile
- Il libro di Johnny, Beppe Fenoglio
- Sulla guerra civile, Norberto Bobbio e Claudio Pavone
- Angeli terribili, Gianni Barbacetto
- Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, Remo Rapino
- Partigiano in camicia nera, Alessandro Carlini
- La resistenza perfetta, Giovanni De Luna
- L’ultima testimone, Cristina Gregorin
- Possa il mio sangue servire, Aldo Cazzullo
- Ma perché siamo ancora fascisti?, Francesco Filippi
- Come prima delle madri, Simona Vinci
- Se avessero, Vittorio Sermonti
- L’arma segreta del Duce, Mimmo Franzinelli
- Il coraggio della signora maestra, Renzo Bistolfi
- Ribellarsi è giusto, Massimo Ottolenghi
- La resistenza taciuta, Anna Maria Bruzzone e Rachele Farina
- Il sangue dei vinti, Giampaolo Pansa
- Il sentiero dei nidi di ragno, Italo Calvino
- L’occupazione tedesca in Italia. 1943-1945, Lutz Klinkhammer
- Partigia, Sergio Luzzatto
- Una guerra civile, Claudio Pavone
- Non avevo sei anni ed ero già in guerra, Tilde Giani Gallino
- Eravamo ridiventati uomini, Norberto Bobbio
- Un amore partigiano, Mirella Serri
- Il tempo migliore della nostra vita, Antonio Scurati
- L’eco di uno sparo, Massimo Zamboni
- Partigiani della montagna, Giorgio Bocca
- Fuochi d’artificio, Andrea Bouchard
- Bella ciao, illustrato da Lorena Canottiere
In occasione delle celebrazioni del suo anniversario, il prossimo 25 aprile, vi proponiamo una selezione, che non ha l’ambizione di essere esaustiva, di libri (sia novità in uscita in queste settimane, sia pubblicati negli ultimi anni, sia “classici”) che trattano in svariati modi le tematiche della guerra di Liberazione: saggi, biografie, cronache, testimonianze, romanzi, riflessioni…
Buone letture.
Il libro di Johnny, Beppe Fenoglio
In un primo momento, Beppe Fenoglio aveva ideato un unico grande ciclo di Johnny, che partiva dagli anni del liceo, proseguiva con il corso ufficiali a Roma, l’8 settembre e arrivava al passaggio dai garibaldini ai badogliani, fino poi alla morte di Johnny. Successivamente, però, i piani dell’autore cambiarono e solo da qualche anno è arrivato in libreria Il libro di Johnny (Einaudi), continuum narrativo de Il partigiano Johnny così come Fenoglio stesso lo aveva immaginato.
Sulla guerra civile, Norberto Bobbio e Claudio Pavone
Sulla guerra civile (Bollati Bolinghieri) di Norberto Bobbio e Claudio Pavone è una conversazione a due voci sulla Resistenza: un filosofo e uno storico dialogano infatti sulla lotta di Liberazione ricordata il 25 aprile (e definita guerra civile), e l’evento che ha fondato l’Italia repubblicana viene analizzato da due punti di vista differenti che come filo conduttore comune hanno il valore della moralità nella ricerca.
Angeli terribili, Gianni Barbacetto
“Qui giace Cruchi, uomo iniquo e perverso, pregare per lui è tempo perso”. È il feroce epitaffio sulla lapide di un uomo morto sul finire della seconda guerra mondiale e che riemerge tra i ricordi dell’infanzia dell’autore. Ma chi era Cruchi, al secolo Amadio De Stalis, e che cosa aveva fatto per guadagnarsi quel giudizio crudele? Era forse un partigiano? Una spia fascista? O una vittima innocente? In Angeli terribili (Garzanti), Gianni Barbacetto indaga tra le pieghe di testi storici, relazioni di polizia, memoriali politici e privati per portare alla luce una vicenda mai raccontata prima, nel bel mezzo della confusa, eroica, sanguinosa epopea della Resistenza.
Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, Remo Rapino
Vincitore del Premio Campiello 2020, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (minimum fax) di Remo Rapino racconta la storia di un pazzo la cui storia personale si intreccia alla Storia del Novecento dal 1926, anno in cui Bonfiglio viene al mondo, fino al 2010, anno in cui esce di scena. Nella sua cronaca di fallimenti e rivincite, trovano spazio anche i segni neri della seconda guerra mondiale e i fatti del 25 aprile durante un incontro con i partigiani, insieme a tutta la follia e al coraggio del protagonista.
Partigiano in camicia nera, Alessandro Carlini
Partigiano e fascista: oggi Uber Pulga è ricordato così. Com’è possibile? La storia di quest’uomo, raccontata in Partigiano in camicia nera (Chiarelettere) da Alessandro Carlini con un coinvolgimento personale e familiare, rappresenta un’occasione per rivivere i conflitti e le contraddizioni di anni funesti come quelli della seconda guerra mondiale. Giustiziato per tradimento dai suoi stessi camerati repubblichini all’alba del 24 febbraio, Pulga non sarebbe infatti arrivato ad assistere alla Liberazione del 25 aprile, e il suo travaglio viene qui dipinto non solo come umano e personale, ma come quello di un intero Paese.
La resistenza perfetta, Giovanni De Luna
La resistenza perfetta (Feltrinelli) di Giovanni De Luna è una storia intrecciata per non perdere la memoria della Resistenza: in un castello in Piemonte, infatti, una famiglia nobile decide di aiutare i partigiani e la figlia più giovane, Leletta d’Isola, annota sul suo diario quei mesi terribili (ma anche meravigliosi) in cui comunisti e monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell’ex esercito regio lottano per salvare la loro patria, per concretizzare per l’appunto la “Resistenza perfetta”.
L’ultima testimone, Cristina Gregorin
“Cercate Francesca perché solo lei conosce la verità“: sono le ultime parole di un uomo che sta morendo a Trieste. In quella città, quando era solo una ragazzina, Francesca, la protagonista de L’ultima testimone (Garzanti) di Cristina Gregorin, ha infatti assistito a qualcosa che ha a che fare con gli amici di sua nonna e i loro misteriosi contatti: soldati di opposte fazioni, delazioni, vendette. Uomini che hanno combattuto nella Resistenza e hanno insegnato a Francesca a non fidarsi di nessuno. Ma combattere fino in fondo per i propri ideali significa fare scelte che cambiano il futuro…
Possa il mio sangue servire, Aldo Cazzullo
“Possa il mio sangue servire“, queste furono le ultime parole che il capitano d’artiglieria Franco Balbis, unitosi ai partigiani, scrisse ai genitori poco prima di essere fucilato dai fascisti. Si tratta di uno dei tanti partigiani a cui il giornalista Aldo Cazzullo ha dedicato il libro Possa il mio sangue servire (Rizzoli), che in occasione del 25 aprile ci conduce al cuore della Resistenza attraverso i racconti dei partigiani e di quanti si opposero a nazisti e fascisti.
Ma perché siamo ancora fascisti?, Francesco Filippi
Dopo Mussolini ha fatto anche cose buone (Bollati Boringhieri), in Ma perché siamo ancora fascisti? (edito anch’esso da Bollati Boringhieri) Francesco Filippi si è cimentato in un’affilata analisi sui motivi che portano tanti italiani a cadere vittime di una propaganda iniziata oltre due generazioni fa. Com’è possibile, infatti, che dopo tutto quello che è successo – dopo una guerra disastrosa, milioni di morti, le leggi razziali, l’occupazione coloniale e, soprattutto, una sanguinosa e lunga guerra civile –, oggi ci guardiamo intorno e ci scopriamo ancora fascisti?
Come prima delle madri, Simona Vinci
Chi è l’uomo nel bosco con la testa fracassata? Che cosa è accaduto a Irina, sua compagna di giochi? E quali segreti inconfessabili nasconde Tea, la bella madre del protagonista? Sullo sfondo dell’occupazione nazista e della lotta partigiana, in Come prima delle madri (Einaudi) di Simona Vinci il dodicenne Piero è costretto scoprire dei misteri che lo porteranno a guardare con occhi disincantati la realtà che dovrà affrontare. Intorno a lui le vicende delle donne di casa – Tea, Irina, Nina -, il mondo chiuso del collegio-prigione e il rumore della guerra.
Se avessero, Vittorio Sermonti
Una mattina di maggio del 1945 tre (o quattro) partigiani si presentano col mitra sullo stomaco in un villino zona Fiera di Milano alla caccia d’un ufficiale della Repubblica Sociale (o forse di tre), lo scovano, segue un ampio scambio di vedute, e se ne vanno. Da questo aneddoto domestico, sincronizzato bene o male al grande evento del 25 aprile, in Se avessero (Garzanti) di Vittorio Sermonti si dipanano settant’anni di ricordi di un fratello quindicenne, confusi ma puntigliosi, affidati come sono agli “intermittenti soprusi della memoria“…
L’arma segreta del Duce, Mimmo Franzinelli
Nel volume L’arma segreta del Duce (Rizzoli), Mimmo Franzinelli ricostruisce (come si legge nel sottotitolo) la vera storia del carteggio Churchill-Mussolini, insieme tutti quei documenti che varrebbero più di una guerra vinta. Dopo il crollo del fascismo, infatti, i documenti autentici si mescolarono alle contraffazioni, dando vita a delle campagne scandalistiche. Cosa conteneva veramente quel carteggio? E che credito merita quanto apparve sulla stampa negli anni Cinquanta, e che divenne oggetto di negoziazioni, ricatti, speculazioni tra Italia e Svizzera, Germania e Regno Unito?
Il coraggio della signora maestra, Renzo Bistolfi
Genova, 1944. Nelle fasi convulse dell’occupazione tedesca, la giovane Vittoria Barabino, sfollata in collina con la figlia, mentre il marito è rimasto a lavorare in fabbrica, non esita a unirsi alla Resistenza e a prodigarsi come staffetta. Con coraggio e determinazione riuscirà a sventare una rappresaglia nazista, ma nulla potrà quando suo marito insieme ai compagni di lavoro verrà caricato su un treno diretto in Germania… Ne Il coraggio della signora maestra (TEA), Renzo Bistolfi racconta le sue vicende a due decenni di distanza, quando finalmente la maestra Barabino dovrà fare i conti con il suo passato.
Ribellarsi è giusto, Massimo Ottolenghi
Ribellarsi è giusto (Chiarelettere) di Massimo Ottolenghi è un insegnamento rivolto ai ragazzi e alle ragazze delle nuove generazioni da parte di un 95enne d’eccezione, torinese di famiglia ebrea, classe 1915 e militante del Partito d’Azione: il suo è, infatti, un invito ad agire in prima persona per evitare una deriva antidemocratica, una “nuova Shoah dei diritti“. “Un miracoloso soprassalto” necessario per difendere la scuola pubblica, la cultura e la Costituzione.
La resistenza taciuta, Anna Maria Bruzzone e Rachele Farina
“Ma, insomma, se sapessero solo cos’han fatto le donne!”. A vibrare così è la voce di una delle dodici partigiane piemontesi le cui testimonianze sono state trascritte e raccolte nel volume La resistenza taciuta (Bollati Boringhieri) da Anna Maria Bruzzone e Rachele Farina. Erano gli anni Settanta del secolo scorso e, nonostante fossero passati decenni dal 25 aprile 1945, ancora “non si sapeva”. O meglio, concentrata com’era sulle vicende politico-militari, la storiografia continuava a ignorare una parte essenziale dell’accaduto. Grazie a questo libro, la soggettività femminile riprende invece la parola, determinando una svolta nella percezione collettiva della Resistenza.
Il sangue dei vinti, Giampaolo Pansa
Il sangue dei vinti (Sperling & Kupfer) del giornalista e scrittore Giampaolo Pansa è il discusso racconto delle esecuzioni e dei crimini perpetrati dai partigiani dopo il 25 aprile. La tesi del libro ha suscitato una lunga polemica e risiede nel fatto che, tra le vittime, vi furono personalità legate al fascismo, ma le quali non avevano compiuto direttamente atti criminosi, nonché omicidi di partigiani non comunisti e di giornalisti che avevano denunciato le violenze dei partigiani nel “triangolo della morte” (che Pansa identifica con il territorio compreso tra Castelfranco Emilia e due sue frazioni, Piumazzo e Manzolino).
Il sentiero dei nidi di ragno, Italo Calvino
Il sentiero dei nidi di ragno (Mondadori) è il primo romanzo dello scrittore Italo Calvino. Ambientato a San Remo durante la Resistenza, racconta la storia di Pin, bambino orfano di madre e con il padre marinaio irreperibile. Pin è deriso per le relazioni sessuali che la sorella, prostituta, ha con i marinai tedeschi; un giorno sottrae all’amante della donna una P38 che sotterra in campagna nel suo rifugio, dove fanno il nido i ragni: dopo la scoperta del furto e dopo il carcere, in cui conosce il partigiano Lupo Rosso, la sua vicenda personale si intreccerà con quella della Resistenza delle montagne.
L’occupazione tedesca in Italia. 1943-1945, Lutz Klinkhammer
Del lungo periodo in cui la Germania agì sul nostro territorio da potenza militare occupante – ovvero dalla capitolazione italiana nel settembre 1943 fino alla rotta della Wehrmacht alla fine dell’aprile 1945 – si conserva nella memoria collettiva soprattutto la spaventosa contabilità delle vittime. Ma quale fu il sistema operativo del dominio? Lo ricostruisce Lutz Klinkhammer in L’occupazione tedesca in Italia. 1943-1945 (Bollati Boringhieri), in un’opera che è stata accolta come un punto di svolta dalla storiografia contemporanea.
Partigia, Sergio Luzzatto
I “partigia” erano, secondo un modo di dire piemontese, i combattenti della Resistenza. Attraverso una storia dei fatti che culminarono nel 25 aprile 1945, Sergio Luzzatto racconta in Partigia (Mondadori) il dilemma della scelta dei giovani italiani dopo l’armistizio, insieme al problema della legittimità e della moralità della violenza. Un ritratto di figure vere come quella di Mario Pelizzari, che da Ivrea combatté una personalissima sua guerra contro il male nazifascista.
Una guerra civile, Claudio Pavone
Di Claudio Pavone merita di essere menzionato anche Una guerra civile (edito sempre da Bollati Boringhieri), un lungo e puntuale saggio in cui lo scrittore analizza gli eventi avvenuti tra il settembre 1943 e il 25 aprile 1945 (circa), riconoscendo loro la dignità di grande evento storico, sottraendoli ai ricorrenti rischi della retorica celebrativa o alle strumentalizzazioni di parte, spesso riduttive e liquidatorie, e distinguendone tre aspetti: la guerra patriottica, la guerra civile e la guerra di classe, spesso combattute dallo stesso soggetto.
Non avevo sei anni ed ero già in guerra, Tilde Giani Gallino
Nel libro Non avevo sei anni ed ero già in guerra (Einaudi), Tilde Giani Gallino parla di un’infanzia dorata interrotta dalla guerra, dei bombardamenti su Torino e del Nord Italia nel 1940. La protagonista, allora bambina, è obbligata a fuggire e a iniziare una nuova vita. A guerra finita tornerà in città. Ma solo per assistere alla morte delle due persone che ama di più. E il suo Ragnarök, la morte dei suoi dèi, dopo un “gelido inverno durato tre anni”. Troverà un rilevante sostegno negli scrittori del “secolo d’oro della letteratura russa“: veri maestri di vita, che le permetteranno di ricominciare davvero all’indomani della Liberazione italiana del 25 aprile.
Eravamo ridiventati uomini, Norberto Bobbio
Il 25 aprile del 1945 l’Italia è libera. Un lungo istante in cui si mescolano gioie private ed euforia collettiva. Si tratta però anche di un nuovo inizio, di cui Norberto Bobbio si rende conto prima di chiunque altro. Nel suo Eravamo ridiventati uomini – Testimonianze e discorsi sulla resistenza in Italia (Einaudi), quindi, evitando qualunque retorica imbalsamante, pone subito l’accento nei suoi interventi sul valore della Resistenza come momento imperfetto, che può e deve cercare la sua compiutezza nella democrazia e attraverso la Costituzione.
Un amore partigiano, Mirella Serri
Un amore partigiano (Longanesi) di Mirella Serri ricostruisce, invece, le ultime ore di vita di Claretta Petacci e le traversie di due partigiani, Gianna e Neri, che, dopo aver dato un fondamentale contributo alla cattura del Duce e della sua donna, finirono giustiziati dai loro stessi compagni di lotta; uno dei racconti dimenticati e impuniti della Resitenza, una storia d’amore, una ferita aperta ancora da sanare.
Il tempo migliore della nostra vita, Antonio Scurati
Leone Ginzburg fu un eroe della Resistenza, un intellettuale che non imbracciò mai le armi (e fu, di fatto, il primo direttore editoriale della casa editrice Einaudi). La sua figura viene rievocata e celebrata in maniera singolare nel libro Il tempo migliore della nostra vita (Bompiani) di Antonio Scurati. Accanto a quella di Leone e Natalia Ginzburg, infatti, l’autore narra la storia dei propri nonni Antonio e Peppino, Ida e Angela, persone comuni, ma nate anche loro all’inizio del secolo e vissute sotto il fascismo e le bombe della seconda guerra mondiale.
L’eco di uno sparo, Massimo Zamboni
Ulisse, squadrista e membro di un direttorio del fascio, cade dalla bicicletta colpito alle spalle. Dopo diciassette anni, un’altra pallottola uccide il partigiano che sparò quel giorno, ma a impugnare l’arma è un ex gappista responsabile a sua volta dell’uccisione di Ulisse: la storia dolorosa della famiglia di Massimo Zamboni si intreccia in L’eco di uno sparo (Einaudi) con la fine della Resistenza e con la Liberazione del 25 aprile, che comunque avrebbe lasciato molti strascichi dopo di sé.
Partigiani della montagna, Giorgio Bocca
Partigiani della montagna (Feltrinelli) di Giorgio Bocca è un saggio scritto a guerra appena finita, ovvero all’indomani del 25 aprile. In tal senso si configura come una descrizione della Resistenza rivolta ai revisionisti dell’ultima ora: quarantacinquemila partigiani caduti, ventimila feriti o mutilati, una formazione partigiana in ogni valle alpina o appenninica, un comitato di Liberazione in ogni città e villaggio, l’appoggio della popolazione… Attraverso questo testo, è possibile in altre parole conoscere da vicino le vicende di molti partigiani italiani.
Fuochi d’artificio, Andrea Bouchard
Fuochi d’artificio (Salani) di Andrea Bouchard, la storia di 4 giovanissimi partigiani, pensata come lettura per i bambini e le bambine a partire dai 9 anni. Marta vive nelle Alpi piemontesi negli anni cruciali della Resistenza. I due fratelli maggiori, Matteo e Davide, sono entrambi impegnati nella lotta contro il nazifascismo. Il padre è un membro importante del CLN di Torino, e la madre è fuggita in Svizzera a causa della sua attività antifascista. Marta non sa cosa fare di sé stessa, divisa tra il desiderio di normalità e le pressioni familiari, e finisce per farsi coinvolgere in quella sorta di “avventura” che sarà per lei la guerra di sabotaggio partigiana.
Bella ciao, illustrato da Lorena Canottiere
L’autrice e illustratrice Lorena Canottiere ha dato forma e colori a una delle canzoni partigiane più famose di sempre, Bella ciao, in un album illustrato edito da Einaudi Ragazzi. Il motivo rappresenta la lotta per la liberazione dell’Italia dal regime fascista e celebra coloro che sono morti per conquistarla, ma, oggi, chi la canta lo fa per affermare la propria posizione, la parte da cui sta: quella della libertà, “quel bene che fa godere di ogni altro bene”, come commenta Daniele Aristarco nella postfazione.
Alcuni libri classici sul 25 aprile e sulla Resistenza
A proposito di “classici” sulla Resistenza da leggere in occasione del 25 aprile, oltre a quelli che vi abbiamo indicato, se ne potrebbero citare anche molti altri, ovviamente, a partire da Uomini e no di Elio Vittorini (1945), Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi (1945), La casa in collina di Cesare Pavese (1949), L’Agnese va a morire di Renata Viganò (1949), Ultimo viene il corvo di Italo Calvino (1949), La ragazza di Bube di Carlo Cassola (1960), Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani (1962), Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968), La storia di Elsa Morante (1974), Tre amici di Mario Tobino (1988)… e l’elenco potrebbe proseguire ancora a lungo…
Fonte: www.illibraio.it