Stravaganti visionari e comuni cittadini abbandonarono case e contesti sociali per affrontare penuria e disagio, derisioni e persecuzioni, e i tanti dubbi che emergono quando si cerca di conciliare i grandi ideali con i problemi quotidiani. Tramite materiali d’archivio originali e lettere coinvolgenti, Neima traccia la genesi e lo sviluppo di questi esperimenti sociali, ma soprattutto ne presenta i protagonisti in tutta la loro schiettezza, restituendo il clima intellettuale dell’epoca e il diffuso bisogno di porre le basi per un «nuovo mondo». Incontriamo così, in una veste sorprendente, artisti, scrittori e filantropi, fra cui Gandhi, Jung, Hemingway, Geddes o Aldous Huxley. Anche se ebbero vita breve, queste comunità sperimentali riuscirono a influenzare a lungo raggio gli ambiti più disparati, come l’educazione, l’ambientalismo, la psicologia e la ricerca medica, stimolando riflessioni e pratiche inedite. Gli utopisti è un saggio prezioso, che fornisce suggestioni a chi aspira a un cambiamento, e mostra percorsi alternativi anche alla società attuale, sprofondata in una crisi di sistema e quanto mai ansiosa di trovare nuovi fondamenti.
