Fernando Colombo, figlio bastardo, eppure profondamente amato, è stato il primo biografo di Cristoforo, e viaggiatore avventuroso egli stesso. Lettore onnivoro e vorace, acceso da una passione bruciante per la nuova e dirompente invenzione della stampa a caratteri mobili, ha attraversato oceani e città – Siviglia, Granada, Toledo, Londra,
Milano, Venezia, Strasburgo, Colonia, Magonza – per trovare e classificare ogni libro che fosse stato stampato, in una ricerca spasmodica delle ultime novità, dei libri più belli – la sua magnifica perversione. Edward Wilson-Lee ci racconta la storia dell’inventore della prima biblioteca universale, monumento del Rinascimento europeo, che doveva contenere tutto il sapere umano. E dei libri che sono andati perduti, trafugati, bruciati, che sono persino naufragati, eppure hanno resistito
e sono sopravvissuti fino a noi.
Il catalogo dei libri naufragati è un libro fuori dall’ordinario; contiene mondi, sogni, smanie, è un’appassionata dichiarazione d’amore per il sapere, un racconto di sconcertante immaginazione che fonde lo splendore di un’erudizione profonda alla sensibilità e alla vivacità della passione umana.