Per ciascuno a suo modo la boutique rappresenta un punto fermo da cui ripartire per darsi ancora una chance. Le socie proprietarie hanno caratteri diversi: ferita e nevrotica l’una, Nina, il cui marito è morto suicida in seguito a un crack finanziario, equilibrata e cedevole l’altra, Teresa, sposata a un violoncellista spagnolo che le dà sostegno e sicurezza. Il muoversi frenetico di Nina mette a dura prova la tenuta dell’impresa che, tuttavia, regge agli urti grazie all’attaccamento al lavoro in cui ciascuno ha riversato progetti e passioni. C’è chi nega le proprie esigenze, chi, all’opposto, pretende dagli altri quel che non possono dare, finché qualche gioco si rompe e il fragile assortimento sembra sul punto di cedere. La capacità di adattamento, la tendenza a ripetere sempre gli stessi errori, la paura della solitudine, la volontà di costruire spingono le donne e gli uomini della boutique a non arrendersi.
E quando Ibrahim, sarto afghano, proverà a dichiarare il suo amore improbabile alla capricciosa Nina, anche la coppia peggio assortita si troverà a dover fare una scelta.
