Sono questi gli elementi che fanno dei diari di Artom un documento di grande efficacia storiografica e li pongono fra le testimonianze più alte della moralità della Resistenza.
Diario di un partigiano ebreo
gennaio 1940-febbraio 1944
I diari di Emanuele Artom, che vengono qui pubblicati per la prima volta in edizione integrale, sono composti di due parti distinte. La prima concerne il periodo che va dal 1° gennaio 1940 al 10 settembre 1943, ed è una fonte straordinaria di notizie sulla vita culturale torinese di quegli anni, sugli effetti materiali e psicologici dei bombardamenti alleati sulla popolazione, sui processi sociali che prendono l’avvio tra la caduta di Mussolini – il 25 luglio1943 –, la firma dell’armistizio e l’inizio dell’occupazione tedesca. La seconda parte, che va dal novembre 1943 al 23 febbraio 1944, riguarda invece l’esperienza partigiana di Artom e offre una rappresentazione immediata e priva di retorica della vita delle bande, delle dinamiche sociali interne, dei contrasti politici e personali, delle tensioni tra popolazioni locali e combattenti. La cronaca degli eventi piccoli e grandi che segnano la vita dei resistenti è in primo piano, ma intrecciate ad essa compaiono dense riflessioni sull’etica dei resistenti, sulle implicazioni politiche e morali delle scelte che, giorno dopo giorno, essi dovettero compiere per affrontare le sfide del momento. Dalle annotazioni del diario risulta evidente come per Artom il senso della lotta non stesse tanto e solo nello scontro armato, quanto nella possibilità di delineare una socialità e una moralità diverse, di trovare una linea di demarcazione di tipo etico che distinguesse fascisti e antifascisti.
Sono questi gli elementi che fanno dei diari di Artom un documento di grande efficacia storiografica e li pongono fra le testimonianze più alte della moralità della Resistenza.
Sono questi gli elementi che fanno dei diari di Artom un documento di grande efficacia storiografica e li pongono fra le testimonianze più alte della moralità della Resistenza.