Così il grande studioso del mito Furio Jesi esordisce in questo suo libro.
L'accusa del sangue non è fondata su fatti, è un'invenzione. Per controbatterla occorre smontare la convinzione dell'accusatore, scavando nelle figure immaginarie dell'antisemitismo, sia di quello popolare sia di quello colto. Ovvero è necessario comprendere non solo i miti, ma la macchina mitologica che produce superstizioni, credenze, luoghi comuni.
Jesi con straordinaria capacità critica si addentra nella cultura profonda, nelle ossessioni dell'antisemitismo moderno, individuandone le permanenze antiche. Perchè l'accusa del sangue non è una credenza che si è persa nella notte dei tempi, ma riguarda anche periodi a noi vicini. Ricomparsa a Damasco nel 1840 (l'episodio da cui prende le mosse questo saggio) e ripetutasi più volte nel corso del Novecento, essa parla delle molte paure che popolano la nostra quotidiana attualità.