Quali sono le condizioni che rendono storica ogni nostra esperienza, anche la più marginale e innapariscente? Virno risponde tirando in ballo una coppia venerabile di concetti, che sta nel cuore della filosofia occidentale: potenza e atto. Propone anzi una interpretazione dei due termini in chiave temporale: potenza è non-ora, inattualità; atto è "adesso", presenza. Su questa base, si chiede se il tempo storico non sia costituito precisamente dall'intreccio permanente di potenza e atto, non-ora e "adesso", inattualità e presenza.
Inevitabile, a questo punto, il confronto con la tesi di Heidegger, secondo la quale la storicità avrebbe la sua radice nella morte. Nell'ultima parte del libro, le tesi di carattere generale sono messe alla prova nel tentativo di chiarire lo statuto temporale del capitalismo.