Per una cultura del costruire sostenibile, “contro la città usa e getta”

di Redazione Il Libraio | 06.08.2024

Oggi l’industria edilizia è responsabile di buona parte delle emissioni di anidride carbonica che minacciano il clima, il pianeta e la nostra stessa esistenza, spreca risorse preziose e produce un’enorme quantità di rifiuti. Per l’architetto e studioso Vittorio Magnago Lampugnani, in libreria con un manifesto del "costruire sostenibile", nelle nostre città dobbiamo costruire meglio, in maniera più durevole...


Fra una decina d’anni quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà in insediamenti urbani. Le nostre città hanno un impatto drammatico sull’equilibrio ecologico del pianeta: si sgretolano sempre più in periferie diffuse che erodono il paesaggio naturale e sprecano inutilmente risorse ed energia. Per ampliarle e modernizzarle stiamo distruggendo sconsideratamente gran parte di un patrimonio edilizio che potremmo riusare.

Contro la città usa e gett

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Nel piccolo manifesto del costruire sostenibile, Contro la città usa e getta, in libreria per Bollati Boringhieri, l’architetto e studioso Vittorio Magnago Lampugnani identifica il problema degli sprechi edilizi nell’ideologia dell’usa e getta che ha contagiato le città, tracciando una storia del consumismo architettonico, svelando l’invenzione dell’obsolescenza programmata e rivisitando l’euforia modernista del provvisorio. Ma per l’autore la storia dell’architettura è ricca anche di splendide lezioni di parsimonia, riuso e resilienza, che non rinunciano all’ideale dell’impegno sociale e della bellezza.

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Oggi l’industria edilizia è responsabile di buona parte delle emissioni di anidride carbonica che minacciano il clima, il pianeta e la nostra stessa esistenza, spreca risorse preziose e produce un’enorme quantità di rifiuti. Case passive, facciate verdi e certificazioni energetiche non sono che palliativi, se non addirittura greenwashing.

Per Vittorio Magnago Lampugnani si impone un’inversione di rotta: dobbiamo costruire meglio, in maniera più durevole, perché solo un edificio che dura nel tempo usa bene i mezzi che ha consumato. Dobbiamo costruire più densamente, “stringerci”, perché solo una città compatta è veramente sostenibile. Ma soprattutto dobbiamo usare più assennatamente ciò che abbiamo, ridimensionare le nostre pretese e costruire meno, molto meno, quasi niente.

Autore di diversi libri, Magnago Lampugnani è nato a Roma nel 1951, e si è laureato in Architettura a Stoccarda, dove ha conseguito anche il dottorato. Ha contribuito in maniera decisiva all’IBA di Berlino negli anni ottanta, ha diretto la rivista Domus a Milano e il Museo Tedesco di Architettura a Francoforte. È stato inoltre titolare della cattedra di Storia della progettazione della città del Politecnico di Zurigo dal 1994 al 2016. Dirige uno studio professionale a Zurigo, Baukontor Architekten, insegna regolarmente alla Graduate School of Design di Harvard e scrive per la Neue Zürcher Zeitung.

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Fonte: www.illibraio.it