Il ruolo dell’Università per uscire dalla crisi. Ne parla il Rettore Resta

di Redazione | 11.03.2021

Prosegue il nostro viaggio dentro al nuovo saggio di Ferruccio Resta, Ripartire dalla conoscenza, in libreria dal 25 marzo. Questa settimana abbiamo rivolto al Rettore Resta una domanda difficile, eppure necessaria. Come la formazione universitaria può tornare centrale nello sviluppo del paese. Non c’è alcun dubbio sul fatto che questa pandemia abbia scosso le coscienze. […]


Prosegue il nostro viaggio dentro al nuovo saggio di Ferruccio Resta, Ripartire dalla conoscenza, in libreria dal 25 marzo.

Ripartire dalla conoscenza




Questa settimana abbiamo rivolto al Rettore Resta una domanda difficile, eppure necessaria. Come la formazione universitaria può tornare centrale nello sviluppo del paese.

Non c’è alcun dubbio sul fatto che questa pandemia abbia scosso le coscienze. Che ci abbia risvegliato da un lungo torpore. Per troppo tempo, abbiamo accettato l’assenza di competenza come se fosse un fatto scontato, inevitabile. Come un segno dei tempi. Abituati a una classe dirigente poco preparata e molto autoreferenziale.

La pandemia è stata quel fatto esogeno che ha scardinato il sistema. Ci ha messo di fronte a una verità che avevamo accantonato: la centralità della conoscenza e della competenza.

Spesso lo ribadisco a Ferruccio de Bortoli nelle pagine di questo libro. Il sapere viene da una formazione adeguata e all’altezza dei compiti che siamo chiamati ad assolvere. E quando le prove sono eccezionali, non possiamo rispondere in modo ordinario.

Usciremo da questa pandemia grazie a uno sforzo immane da parte della comunità scientifica. Un vaccino prodotto in tempi record. E grazie alla lungimiranza e alla capacità di programmare la crescita dei prossimi vent’anni. Per questo trascurare la formazione oggi e ignorare l’università vuol dire rinunciare al futuro del paese.

Di fronte a un fatto straordinario, l’università ha dimostrato il proprio valore e il proprio ruolo all’interno della società. Ha reagito all’emergenza garantendo la didattica a distanza, assicurando il regolare svolgimento delle sessioni di laurea, aprendo le porte dei laboratori, permettendo a tanti ragazzi e ragazze di terminare gli studi e di intraprendere una carriera. Ha cioè dato prova di un’elasticità e di una capacità di reazione sulle quali in pochi avrebbero scommesso prima.

Non dobbiamo però confondere la gestione dell’emergenza con l’uscita dalla crisi. Sono due fasi molto diverse. L’università ha fatto tanto per la prima e può fare ancora di più per la seconda. Può e deve dare un contributo determinante nell’affrontare una situazione complessa e nel definire le sorti delle prossime generazioni alle quali, non dimentichiamolo mai, stiamo chiedendo risorse in prestito.

Come scritto nel libro, di tutte le valutazioni di natura economica, le misure per la ripresa, le necessità e le priorità della nuova società post Covid, i giovani dovranno avere la precedenza. Per ogni proposta pensata nel programma del Next Generation EU e in tutte le prossime azioni di ristoro, dovremmo farci una sola e unica domanda: «Saranno utili ai giovani di oggi e di domani?».

deBortoli_Resta_politecnico

Photo courtesy: Matteo Bergamini, © Lab Immagine Design, Politecnico di Milano